l Trabocco
Il nostro tributo al trabocco, vuole preservare e condividere la storia della nostra regione, la storia della nostra costa adriatica.
Ci siamo ispirati alla struttura del trabocco Turchino, situato a San Vito Chietino (CH), in contrada Portelle – Capo Turchino.
Il trabocco nasce per far fronte alle necessità degli abitanti della costa di potersi rifornire di prodotto ittico, senza però rischiare di sfidare i pericoli del mare aperto.
Infatti questa particolare tipologia di struttura da pesca, risulta si essere costruita in acqua ma è ancorata alla roccia (prevalentemente con pali in pino d’Aleppo), che ne permette il sostegno anche con mare piuttosto burrascoso, è collegata alla terra ferma mediante una passerella che ne permette il raggiungimento dalla costa.
I trabocchi vengono distinti in due tipologie: il Gargano che è spesso privo di passerella o con passerella breve, perché ancorato alla costa o a uno sperone di questa, ha la caratteristica di godere di acque più alte nella propria prossimità ed è per questo motivo che sono installati nella zona del Gargano (da cui anche il nome).
La seconda tipologia è detta Scala ed è prevalentemente quella che troviamo in Abruzzo. Si distingue appunto per lunghe passerelle e l’installazione in mare “aperto”.
Il principio di funzionamento del trabocco è comunque lo stesso: dotato di due o più antenne, queste permettono alla fitta rete di calare nell’acqua, dove rimarrà per una quantità di tempo variabile e poi sarà issato per raccoglierne il pesce che si trova di passaggio in questa area.
Ritroviamo il trabocco Turchino anche nelle opere di Gabriele D’Annunzio, che ne parla nel suo romanzo “Trionfo della morte” e lo descrive così: “Dall’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale”
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